Il vero motivo per cui faccio fotografia è che, prima di tutto lo faccio per me stesso. Per me le immagini sono come un punto di ritrovo, mi fanno stare bene. Quando ho iniziato a fotografare sapevo che non potevo limitarmi ad apprendere, avevo il dovere di restituire quanto stavo imparando. A volte mi sembra come di stare in bilico su un confine, in modo permanente: è difficile e anche molto complicato.

Mohamed Keita

Giunto in Italia nel 2010, dopo un lungo viaggio, Mohamed trova nella fotografia la sua vocazione e la sua ragione di vita. Qualche anno dopo matura l’idea di restituire quanto ha appreso ad altri giovani, per offrire loro un’alternativa.

Nell’agosto 2017 corona il suo sogno grazie al sostegno della Fondazione Pianoterra: apre uno ‘spazio’- questo significa KENE in mandingo – a Bamako, più precisamente nel quartiere di Kanadjiguila, vasto agglomerato di case in mattoni e cemento, cresciuto nell’ultimo decennio nella periferia occidentale della capitale del Mali grazie anche all’afflusso di popolazioni immigrate dalla Costa D’Avorio, dalla Guinea e da altri paesi dell’Africa subsahariana.

Il laboratorio di Bamako, ormai consolidato e integrato nella città, è servito poi come spunto per la realizzazione di uno spazio simile anche a Roma, dove Keita da anni lavora.

La necessità di rendere omaggio alla città che lo ha accolto ha fatto sì che da giugno 2022 Studio KENE approdasse in Italia mantenendo, però, lo stesso spirito ed essenza del laboratorio di Kanadjiguila.

KENE, laboratorio permanente di fotografia, è insieme spazio educativo, luogo di relazioni e di cura, e memoria viva grazie alla produzione quotidiana di immagini.

Tutti dobbiamo trovare qulcosa a cui aggrapparci, io ho trovato la fotografia, per questo la macchina fotografica è diventata la mia migliore amica. Le immagini sono le mie compagne di viaggio. Finchè respiro, il viaggio continua, come per ognuno di noi.

Mohamed Keita